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premessa al catalogo “boldini mon amour”


Sen. Sandro Bondi


Ministro per i Beni e le Attività Culturali

Raccolgo con piacere l’invito a scrivere una breve premessa al catalogo della mostra “Boldini Mon Amour” organizzata dal Comune di Montecatini Terme presso villa Schmitz. L’esposizione rende omaggio ad un artista ancora presente nell’immaginario collettivo per essere stato uno dei maggiori interpreti della Belle Epoque e dei suoi luminosi protagonisti. Giovanni Boldini ci ha tramandato l’immagine di un’epoca in cui il mondo dei nobili e della ricca borghesia viveva gli anni di sviluppo economico e di cambiamenti con grande disinvoltura e voglia di vivere: un mondo destinato a scomparire con lo scoppio della prima guerra mondiale, ma ad essere ricordato e rimpianto come anni spensierati, vissuti intensamente ed allegramente dall’aristocrazia. Pochi artisti italiani di quel periodo hanno, e continuano a riscuotere, il successo che egli ha saputo conquistarsi in Europa e in America. Un successo legato ai suoi ritratti, soprattutto quelli femminili, ma anche alle scene di interni, di boulevard, di caffè, di piazze affollate e di vedute parigine. I ritratti delle donne, per i quali era molto famoso e richiesto, sono opere di straordinaria eleganza, dove la bellezza esteriore si coniuga a una profonda indagine dell’animo umano. Boldini ferma nelle sue opere l’ideale femminile, a cavallo tra due secoli, di una donna mondana, sofisticata, volitiva seppur estremamente fragile.  L’occasione di trovarsi a contatto con l’arte di Boldini, attraverso un’ampia selezione di opere, provenienti dai musei e dalle più importanti collezioni private del nostro Paese, è preziosa sia per i cittadini di Montecatini Terme che per tutti i visitatori: un grazie particolare all’amministrazione comunale e al minuzioso lavoro scientifico del curatore che ci avvicina ad uno degli artisti più popolari e amati dell’Ottocento, testimone della genialità italiana nel panorama culturale europeo.


 

introduzione al catalogo “boldini mon amour”


Tiziano Panconi


Curatore della mostra

La bellezza, e soprattutto quella femminile, fu l’effettivo terreno su cui Boldini effettuò la vasta ricognizione estetica e la profonda indagine psicologica sulle cui basi coniò un modello di grazia idealizzato, come vedremo, del tutto rispondente alla avvenenza aristocratica e emancipata dei tratti di Berthè, la sua prima modella e amante francese.

Questa mostra antologica, offrendo un quadro quanto più completo possibile dell’attività artistica di Boldini, indugia inoltre, attraverso le immagini e un dettagliato inquadramento critico, sul particolare punto di vista artistico e umano inerente alcune storie d’amore vere o presunte e molteplici passioni vissute dall’insaziabile amateur, sovente consumate frettolosamente, di volta in volta nell’arco temporale necessario all’esecuzione di un ritratto.

Lettere e foto edite e inedite di Alaide Banti e di Emilia Cardona Boldini, moglie del celebre pittore, sono qui raccolte insieme ai biglietti da visita lasciati in vita presumibilmente ma indistintamente sia a Giovanni Boldini, sia a Emilia, poi risposatasi con lo scultore Francesco La Monaca – all’epoca anch’egli stabilmente domiciliato a Parigi – e rinvenuti nell’abitazione di Pistoia, nel 1977, all’indomani della morte della vedova Boldini.  Inoltre, il ritrovamento di una importante testimonianza epistolare e fotografica inedita ha consentito di ricostruire alcuni passi fondamentali delle vicende umane e affettive che segnarono la controversa convivenza fra l’insigne ma anziano maestro ferrarese e la giovane letterata piemontese che, come si è ora per la prima volta accertato, coltivava allo stesso tempo una relazione sentimentale parallela. I numerosi disegni a matita dedicati da Boldini a Milli, come la chiamava affettuosamente, così come le immagini degli arredi e delle suppellettili rinvenuti presso lo studio del maestro dalla vedova, e mai resi noti, completano il quadro di una lunga esistenza contrassegnata dalla convulsa attrazione per le donne e dal persistente affinamento di un gusto estetico superiore su cui poggiò la sua originale cifra espressiva.  Come di consueto per chi scrive, anche in questa occasione che potremmo, per così dire, definire ufficiale – vista anche la partecipazione all’iniziativa di un eccezionale parterre di personalità istituzionali, primo fra tutti il Ministro per i Beni e le Attività Culturali, sen. Sandro Bondi, al quale esprimo tutta la mia gratitudine per aver voluto portare il suo prezioso e illuminato contributo, nonché l’on. Verdini e l’on. Aracu e Claudio Martini Presidente della Regione Toscana – oltre ai capisaldi della produzione dell’artista provenienti dalle più note pinacoteche italiane e quindi normalmente accessibili al pubblico, ho ritenuto opportuno esibire una selezione di opere poco note o mai viste, una quindicina addirittura inedite, che a mio avviso costituiscono, sempre, il valore aggiunto di una mostra. Gli aggiornamenti critici e biografici e le nuove scoperte qui presentate sono d’altronde l’orgoglioso frutto di anni di ricerca intrapresa attraverso la disamina costante delle opere di Giovanni Boldini in un rapporto continuativo con i musei, con le gallerie, con le case d’asta e con l’imperscrutabile e affascinante universo del collezionismo.

 

Il 30 dicembre 2008 ha chiuso i battenti la più grande mostra antologica che sia mai stata dedicata a Giovanni Boldini (300 fra documenti e fotografie inedite, 180 le opere). Straordinario successo di pubblico e di critica, quasi 50.000 i visitatori.


Il 30 dicembre 2008, a Montecatini Terme, ha chiuso i battenti la mostra Boldini Mon Amour, un evento che, con le sue quasi 200 opere esposte e 300 documenti e fotografie inedite, ha fatto davvero epoca.

40.000 i visitatori paganti, più di 8.000 gli ospiti e 2.000 i cataloghi venduti, il resoconto alla biglietteria.

Fra gli enti prestatori: Galleria degli Uffizi, Firenze; G.A.M. Milano; G.A.M. Palermo; G.A.M. Genova; Museo Giovanni Boldini, Ferrara; G.A.M. di Palazzo Pitti, Firenze; Musei Civici di Pavia; Museo di Capodimonte, Napoli; Area Museale Ca’ La Ghironda, Bologna;  Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, Pistoia; C.A.R.I.P.I.T. Genova; Fondazione Casse Lombarde, Milano.

L’evento del 2008, così lo ha definito il quotidiano La Nazione, è iniziato con un gremitissimo vernissage, una vera serata di gala in abito da sera e un sofisticato menù con pietanze create ad hoc (c’era anche un piatto “Boldini”: baccalà con sfoglie di cioccolata) a cura del ristorante Aoristò. Padroni di casa sono stati  l’applauditissimo curatore Tiziano Panconi, massima autorità in fatto di Boldini e di Macchiaioli, l’on. Luca Barbareschi, l’on. Massimo Parisi e la consigliera regionale della Toscana, Caterina Bini. Durante i quattro mesi di apertura, molte sono state le visite di personaggi illustri del mondo della politica, della cultura e dello spettacolo all’evento promosso dal Comune di Montecatini Terme, dalla Camera di Commercio di Pistoia, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e ospitato dalla Società Terme di Montecatini.

Le presentazioni, autorevolissime, al monumentale catalogo curato da Panconi, sono state, fra le altre, quella del Ministro per i Beni e le Attività Culturali, quella dell’Assessore alla Cultura e quella del Presidente della regione Toscana.

L’Assessore alla Cultura di Montecatini Gian Luca Calzolari e il vice sindaco Alberto Lapenna, primo ad aver creduto nella possibilità di portare una mostra di livello internazionale a Montecatini, strappando questo progetto a Parigi, si dichiarano soddisfatti di un avvenimento unico che ha fatto parlare l’Italia intera, e non soltanto, della città, con un record di presenze extrastagionali mai registrato prima.

Sul Giornale dell’Arte del mese di Dicembre, il Soprintendente di Roma Claudio Strinati segnala il monumentale catalogo (488 pagine) quale edizione dell’anno. Questa mostra e questo volume, scritto in punta di penna dal sempre straordinario Panconi, hanno portato un nuovo e fondamentale contributo scientifico alla conoscenza dell’autore e alla sua bibliografia, ora aggiornata sulla scorta dell’eccezionale ritrovamento, da parte di Panconi, del fondo Emilia Cardona Boldini, un archivio del quale, fra mito e leggenda, si supponeva, senza averne prova, l’esistenza. Per l’occasione molti i video e i documentari girati fra i quali quello ufficiale del regista Marco Iacomelli, quello di Art News di RAI 3 e di Toscana tv.

BOLDINI, il pittore che amava le donne


di Tiziano Panconi


(da: Il Tremisse, Pistoia, dic. 2008)

“I ritratti sono fin qui fatti con una massima sola, cioè dovevano avere il fondo unito il più possibilmente, per far staccare e non disturbare la testa del ritrattato. Precetto ridicolo, e lo dice il sig. Boldini con i suoi ritratti che hanno per fondo ciò che presenta lo studio di quadri, di stampe e di altri oggetti attaccati al muro, senza per questo la testa del ritrattato ne scapiti per nulla. Se in natura una testa ha rilievo con degli oggetti postigli dietro, perché non deve averne più in arte se l’arte è una imitazione della natura?”. Così Telemaco Signorini nella sua recensione alla “Promotrice fiorentina” del 1866 per il Gazzettino delle Arti del disegno. Un universo di immagini, da subito originale dunque, quello di Boldini, che egli inizia a costruirsi fin dai primi anni di attività fiorentina, nel quale si muovono come veri attori, prima gli amici, come Cabianca e Andreotti, poi Fattori e Martelli e, infine, dopo il suo arrivo a Parigi la modella e amante Berthè, la contessa de Rasty e i notabili e le “notabili” di un ambiente frizzante e cosmopolita, pronto a accogliere senza stupori le licenze poetiche e umane del più libertino dei suoi figli. Le donne di Boldini, alle quali questa mostra antologica vuole rendere omaggio, sono nature flessuose e disinibite che mostrano senza reticenza un modello di bellezza erudito e, spogliandosi, affermano la loro autodeterminazione di individui maturi e emancipati, pienamente consapevoli della loro femminilità. Nature fantastiche e conturbanti, raggiungono eccitate lo studio di Boldini, impazienti di sfuggire al protocollo dei loro palazzi, di slacciare i rigidi corpetti di stecche di balena, per abbandonarsi, libere finalmente, nel tepore del boduar, di sentirsi loro stesse protagoniste, ammirate e soprattutto comprese, di fronte al “fauno”, a quel piccolo uomo al quale non sanno tacere i loro più reconditi desideri. Boldini non le giudica, perché giudicarle significherebbe rinnegare la sua natura dissoluta ma, anzi, le incoraggia a esprimersi, raccoglie le loro confessioni, le loro angosce e le induce a riflettere sulla fatuità del tempo e dell’amore che vive di un solo attimo. L’artista sa cogliere a volo quel momento, quello irripetibile, in cui la bellezza appare più sfolgorante e in cui le sue muse si mostrano più disinvolte e naturali. Eppure questi ritratti ricolmi di tanta bellezza sono spesso perturbati da un senso di provvisorietà, che aleggia velata, che freme nell’aria e negli sguardi ora struggenti, ora superbi o malinconici, di femmine insoddisfatte e irrequiete, colpevoli di vanità, complici compiaciute e sopraffatte da quella immagine certamente sconveniente che il genio italiano darà di loro. L’artista esalta il loro ego ritraendole spesso soltanto un attimo prima che, sopraggiungendo l’autunno della vita, la loro bellezza appassisca per sempre, che le loro foglie di rose profumate comincino a cadere. A volte, come uno stregone, raccoglie i fragili petali e con un gesto d’amore ricompone quei fiori appassiti restituendogli un attimo di eterna primavera. Ritraendo le sue donne, Boldini rappresenta un’epoca, la bella epoca, prima quella della sua giovinezza, quando Parigi felice e opulenta vive l’ebrezza del benessere economico e del progresso sociale e, poi, quella della senilità e della decadenza, quando il primo conflitto mondiale inibisce la pubblicazione delle riviste di moda e il maestro si scopre inesorabilmente vecchio.  Il tempo, che come egli sostiene, passa in un attimo, è davvero passato, Boldini è diventato un anziano signore, con tanti ricordi e vecchie amiche, un tempo “divine”, con cui rinfrancarsi, non più nel tepore dell’atelier ma nelle sale dei caffè, nel clima mite di Etrètat. Questa mostra e il relativo catalogo,finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia che svolge la sua opera filantropica prestando sempre particolare attenzione nel sostenere le iniziative culturali del territorio,  riferiscono, attraverso un dettagliato inquadramento critico, del particolare punto di vista artistico e umano inerente le storie d’amore vere o presunte vissute dall’insaziabile amateur e delle molteplici passioni, sovente consumate frettolosamente, di volta in volta nell’arco temporale necessario all’esecuzione di un ritratto. Foto edite e inedite, molte di Emilia Cardona Boldini, moglie del celebre pittore, sono qui raccolte insieme ai biglietti da visita lasciati in vita a Boldini. Inoltre, il ritrovamento di alcune importanti testimonianze epistolari e fotografiche inedite ha consentito di ricostruire alcuni passi fondamentali delle vicende umane e affettive che segnarono la controversa convivenza fra l’insigne ma anziano maestro italo francese e la giovane letterata piemontese che, come si è ora per la prima volta accertato, coltivava allo stesso tempo una  relazione sentimentale parallela con il coetaneo scultore Francesco La Monaca, divenuto più tardi suo terzo marito.

I numerosi disegni a matita dedicati da Boldini a Milli, come lui chiamava affettuosamente la sua ultima musa, così come le immagini delle suppellettili e degli esemplari originali - sculture, mobili, carrozze, tutti in miniatura - utilizzati come modelli per i quadri, rinvenuti presso lo studio del maestro dalla vedova e mai resi noti, completano il quadro di una lunga esistenza contrassegnata dalla convulsiva attrazione per le donne e dal persistente affinamento di un gusto estetico superiore su cui poggiò la sua originale cifra espressiva.   A sei anni di distanza dalla edizione del catalogo generale ragionato (T. Panconi, Giovanni Boldini, L’opera completa, Edifir, Firenze, 2002) nel quale sono stati riprodotti 1250 fra dipinti e pastelli del più noto autore italiano del XIX secolo, essendo da allora ininterrottamente proseguite le ricerche sulla sua attività artistica, sono molti oggi i nuovi documenti pittorici, fotografici e epistolari rinvenuti, prima d’ora mai resi noti, pubblicati in questa occasione.

La copiosa e importantissima corrispondenza inedita ritrovata consente di aggiornare alcuni passi fondamentali della biografia dell’artista e della complicata relazione sentimentale da questi intrattenuta con la giovanissima Emilia Cardona, convolata a nozze soltanto due anni prima della scomparsa dell’anziano e ricchissimo maestro e divenuta sua erede universale. La rassegna comprende tre lettere sconosciute, 70 fotografie originali inedite di Boldini e della sua consorte, un cospicuo nucleo di disegni a matita, oltre, naturalmente, al corpo principale della esposizione costituito da 19 opere di artisti della cerchia di Boldini (De Nittis, Zandomeneghi, Corcos, Banti, Helleu, Mancini, Picabia)  e circa 110 dipinti fra i più rappresentativi della produzione dell’artista, provenienti da raccolte pubbliche e dalle più importanti collezioni private italiane (Galleria degli Uffizi, GAM Firenze, Museo di Capodimonte, GAM Milano, GAM Palermo, Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti di Firenze, Museo Boldini di Ferrara, etc.) esibiti in ordine cronologico all’interno delle suggestive sale delle Terme Tamerici di Montecatini.








VIDEO Boldini Mon Amour (clicca)

Tiziano Panconi spiega Giovanni Boldini